…siamo noi, i primi a dover fare in modo di sentirci “unici e speciali” come tutti siamo
A volte, ammettiamolo, dei termini anglosassoni si tende un po’ ad abusare… questo, invece, mi piace. Mi riferisco al concetto di self care, letteralmente “cura di sé”. Non trovate che sia un termine chiaro ed eloquente? Cura di se stessi, del proprio star bene. Leggevo appunto in questi giorni (ne ha parlato tra i primi Forbes, testata americana di business) come il “volersi bene” stia diventando sempre più una sorta di disciplina cui dedicarsi con regolarità, ogni giorno.
Non una concessione saltuaria, quindi, legata a qualche sporadico weekend in un centro benessere o a qualche raro “exploit” di running, giro in mtb o seduta in palestra. No, si tratta di ben altro… parliamo di curarsi di sé essendo responsabili della propria salute e del proprio benessere. Tradotto ancor più semplicemente, significa fare le cose che ci fanno sentire e stare bene, oggi e per il futuro. Farle davvero, giorno dopo giorno, non occasionalmente. Programmandole e mantenendo gli appuntamenti fissati “con noi stessi”, esattamente come tutti gli impegni lavorativi e familiari che caratterizzano le nostre giornate. Dall’attività fisica, fondamentale, da svolgere anche solo per una trentina di minuti al giorno, all’alimentazione sana, al relax-meditazione, al giusto riposo notturno. Avere cura di sé può assumere il significato di un “no” secco e deciso ad abitudini nocive, come il fumo, il bere qualche drink di troppo, il mangiare zuccheri o cereali raffinati. No anche alla tendenza ad abusare di smartphone & co., oppure ad indugiare nella pigrizia, ad isolarsi, così come a trascurarsi “dimenticando” l’igiene personale ed orale quotidiane, i controlli e gli screening periodici consigliati. Insomma, “cura di sé” è fare prevenzione. Gli esperti sottolineano inoltre che il concetto di self care può sconfinare ampiamente nell’ambito psicologico-emotivo: banalmente, può voler dire anche rispondere “no” ad una richiesta, ad una proposta che per qualsiasi motivo non ci va, anche se questo potrebbe irritare l’altra persona. Anche questo significa, in fondo, amore per se stessi, ricerca di serenità ed equilibrio, difesa e tutela dei propri personali (e preziosi!) “paletti”, limiti, confini.
…il self care, praticato quotidianamente, contribuisce ad aumentare il nostro benessere psicofisico
Egocentrismo? Assolutamente no, tutt’altro. Siamo noi, i primi a dover fare in modo di sentirci “unici e speciali” come tutti siamo. E poi è stato dimostrato da numerosi studi come chi è in grado di prendersi davvero cura di se stesso è anche più forte e più “bravo” a dedicarsi agli altri. Proprio perché il self care, praticato quotidianamente, contribuisce ad aumentare il nostro benessere psicofisico donandoci anche maggior autostima, fiducia nelle proprie capacità e potenzialità, quindi più energie e trasporto nell’andare incontro agli altri, nel sostenerli. Saper coltivare relazioni positive, a sua volta, favorisce star bene e longevità, in un circolo virtuoso ormai più che comprovato: c’è una correlazione documentata tra aspetti esistenziali, migliori condizioni di salute e quindi maggior durata della vita.
Non credo servano ulteriori spunti o motivazioni, per cominciare seriamente a curarsi di sé, per assumersi davvero e fino in fondo la responsabilità del proprio star bene… Noioso, impegnativo? Forse un po’, come del resto tutte le discipline. Ma a ben pensarci nessun risultato positivo, traguardo, successo si conquista troppo facilmente. Proviamoci: sono convinto ne valga la pena.